Da Los Angeles la fisica Maria Rita D’Orsogna scrive a Passera: " ma lei dove vive?"
La
fisica Maria Rita D’Orsogna, nel suo blog dice di sé: " sono nata e
cresciuta nel Bronx ed ho trascorso l’infanzia fra la tolleranza e la
curiosità di New York City e la serenità e il verde di Lanciano, in
provincia di Chieti. Mi sono laureata a Padova in Fisica nel 1996 e dopo
aver trascorso del tempo a Milano, Parigi, Chicago e Washington sono
approdata a Los Angeles, dove vivo stabilmente dal 1999".
Insomma
una altra mente italiana che vive in California e insegna fisica
all’Università di Los Angeles. Dal suo blog tiriamo fuori questa bella
lettera piena di indignazione a Corrado Passera. Ve la proponiamo e vi
indichiamo in margine i blog della ricercatrice che sono davvero
interessanti.
Caro Signor Passera,
stavo per andare a dormire quando ho letto dei suoi folli deliri per l’Italia petrolizzata.
Ci
sarebbe veramente da ridere al suo modo malato di pensare, ai suoi
progetti stile anni ’60 per aggiustare l’Italia, alla sua visione
piccola piccola per il futuro.
Invece qui sono pianti amari, perché’ non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa.
Invece qui sono pianti amari, perché’ non si tratta di un gioco o di un esperimento o di una scommessa.
Qui si tratta della vita delle persone, e del futuro di una nazione, o dovrei dire del suo regresso.
Lei non e’ stato eletto da nessuno e non può’ pensare di “risanare” l’Italia trivellando il bel paese in lungo ed in largo.
Lei
parla di questo paese come se qui non ci vivesse nessuno: metanodotti
dall’Algeria, corridoio Sud dell’Adriatico, 4 rigassificatori, raddoppio
delle estrazioni di idrocarburi.
E la gente dove deve andare a vivere di grazia?
Ci dica.
Ci dica.
Dove e cosa vuole bucare?
Ci dica.
Ci dica.
I
campi di riso di Carpignano Sesia? I sassi di Matera? I vigneti del
Montepulciano d’Abruzzo? Le riserve marine di Pantelleria? I frutteti di
Arborea? La laguna di Venezia? Il parco del delta del Po? Gli ospedali?
I parchi? La Majella? Le zone terremotate dell’Emilia? Il lago di
Bomba? La riviera del Salento? Otranto? Le Tremiti?
Ci dica.
Oppure
dobbiamo aspettare un terremoto come in Emilia, o l’esplosione di
tumori come all’Ilva per non farle fare certe cose, tentando la sorte e
dopo che decine e decine di persone sono morte?
Vorrei tanto sapere dove vive lei.
Vorrei
tanto che fosse lei ad avere mercurio in corpo, vorrei tanto che fosse
lei a respirare idrogeno solforato dalla mattina alla sera, vorrei tanto
che fosse lei ad avere perso la casa nel terremoto, vorrei tanto che
fosse sua moglie ad avere partorito bambini deformi, vorrei tanto che
fosse lei a dover emigrare perche’ la sua regione – quella che ci dara’
questo 20% della produzione nazionale – e’ la piu’ povera d’Italia.
Ma
io lo so che dove vive lei tutto questo non c’e’. Dove vive lei ci sono
giardini fioriti, piscine, ville eleganti soldi e chissà’, amici
banchieri, petrolieri e lobbisti di ogni genere.
Lo so che e’
facile far cassa sull’ambiente. I delfini e i fenicotteri non votano. Il
cancro verrà’ domani, non oggi. I petrolieri sbavano per bucare, hanno
soldi e l’Italia e’ corrotta. E’ facile, lo so.
Ma qui non
parliamo di soldi, tasse e dei tartassamenti iniqui di questo governo,
parliamo della vita della gente. Non e’ etico, non e’ morale pensare di
sistemare le cose avvelenando acqua, aria e pace mentale della gente,
dopo averli lasciati in mutande perché’ non si aveva il coraggio di
attaccare il vero marciume dell’Italia.
E no, non e’ possibile trivellare in rispetto dell’ambiente. Non e’ successo mai. Da nessuna parte del mondo. Mai.
Ma non vede cosa succede a Taranto?
Che
dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia – all’italiana, senza
protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza
l’idea di lasciare qualcosa di buono alla comunità’ – la gente muore, i
tumori sono alle stelle, la gente tira fuori piombo nelle urine?
E adesso noialtri dobbiamo pure pagare il ripristino ambientale?
E lei pensa che questo e’ il futuro?
Dalla mia adorata California vorrei ridere, invece mi si aggrovigliano le budella.
Qui
il limite trivelle e’ di 160 km da riva, come ripetuto ad infinitum
caro “giornalista” Luca Iezzi. Ed e’ dal 1969 che non ce le mettiamo
piu’ le trivelle in mare perche’ non e’ questo il futuro. Qui il futuro
si chiama high tech, biotech, nanotech, si chiamano Google, Facebook,
Intel, Tesla, e una miriade di startup che tappezzano tutta la
California.
Il futuro si chiama uno stato di 37 milioni di
“>persone che produce il 20% della sua energia da fonti rinnovabili
adesso, ogni giorno, e che gli incentivi non li taglia a beneficio delle
lobby dei petrolieri.
Il futuro si chiamano programmi
universitari per formare chi lavorera’ nell’industria verde, si chiamano
220,000 posti di lavoro verde, si chiama programmi “>per rendere
facile l’uso degli incentivi.
Ma non hanno figli questi? E Clini, che razza di ministro dell’ambiente e’?
E gli italiani cosa faranno?
Non lo so.
So
solo che occorre protestare, senza fine, ed esigere, esigere, ma
esigere veramente e non su facebook che chiunque seguira’ questo
scandaloso personaggio e tutta la cricca che pensa che l’Italia sia una
landa desolata si renda conto che queste sono le nostre vite e che le
nostre vite sono sacre.
Maria D’Orsogna
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